giovedì 8 novembre 2012

Io non sono un'etichetta.

Sì, le odio tutte. Odio, forse non è la parola giusta e non la uso mai, ma adesso che sono arrabbiata la uso volentieri. Ok.. la cambio e metto...non le sopporto. Ecco così va meglio.
Le etichette non le sopporto. Servono per identificare il contenuto nei barattoli o gli argomenti presenti nelle cartelle. Le etichette dicono solo poche parole e si tira una riga e ci si scrive sopra quando si modifica il contenuto di quella o quell'altra cosa. Le etichette non hanno personalità. Personalità...



Visita ortopedica del Giò prenotata un anno fa, perchè.. si sa...tutti dobbiamo aspettare con i servizi della nostra splendida sanità Italiana. E allora..aspettiamo... E aspettiamo anche oggi, giorno fatidico del ricevimento, quando la mamma (io) e il bambino (lui) partono da casa 40' prima per essere pronti alla chiamata del dottore (Sante nonne coi buoni principi) tutto per non far aspettare Lui-il-medico. Ma...il dottore che arriva 50' dopo? ...E noi? E noi  aspettiamo.

Intanto mamme con bambini, siamo seduti su panchette di ferro sotto grandi finestroni di vetri opachi retti da acciaio nero ossidato male. Questi finestroni da "fabbrica" si affacciano all'interno del cortile dell'ospedale che messo a confronto con quello della famiglia Addams quest'ultimo sembra un parco giochi.
Così, nell'attesa del medico tu hai il dispiacere di notare quanto tutto sia povero di colori e giochi e librini per intrattenere i bambini (notare: ospedale pediatrico ortopedia 0-14) mentre si respira un odore di "ospedale" in un corridoio di plastica giallastra.
E a noi ci fanno una testa così sulla cromoterapia? ma per favore! Per televisione vedi reclam di mille colori tra cioccolata e cazzate varie... Forse qui si sono persi qualche lezione fondamentale. E questo lo dico con grande tristezza visto che si tratta di un reparto per bambini.

'Andiamo Giò, l'ortopedico è arrivato' ..lo dico compatendolo per la sua tenacia: perché, giustamente, s'è rotto le palle di non fare un c...o per circa un'ora.
Il medico lo visita, sì. Mi sembra anche piuttosto bene (anche se non sono dottore). Il controllo termina con la diagnosi dei piedini piatti e quindi occorre un plantare e una protesi. Lo so che non devo agitarmi. Lo so. Lo so. Panico. Già mi vedo a rincorrere il bambino di Forrest Gump. Mannoooo...mamma troppo apprensiva...

Bisogna fare alcuni giri la prossima settimana e io non sarò presente. Sono a cantare a Ravenna. Prevedo ansia. Sì, l'ansia aumenta in quel momento perchè oltre a vestire il Giò (che non sta più nella pelle..dato che sarebbe l'ora del suo riposino.. quindi spara le ultime energiche cartuccie ovviamente a mio sfavore fisico e mentale) devo anche stare attenta a quello che dicono i medici. Sì perché nel frattempo si sono moltiplicati: due per la precisione. (forse l'hanno fatto mentre ero di spalle. Boh..) e quindi dare retta a due non è semplice.

Occhi negli occhi coi due carabinieri medici.
'Allora Signora deve andare qui la prossima settimana..e ritirare...e chiedere...' fa uno
'..e poi deve prenotare lo stesso controllo per l'anno prossimo...lo può fare a nome di...con...' fa l'altro
'..mamma ho fatto il bravo...gli chiedi al dottore di darmi la caramella?' fa il Giò (che effettivamente si è lasciato visitare senza capricci)

Ok. Fermi tutti.
'Dottore n°1 Ascolti: mi segni pure a penna dove, quando e a che ora mi devo presentare per tale cosa. E lei, dottore n°2: mi dica dove posso chiamare per prenotare una visita così specifica. E tu (o bimbo per ora unico) la caramella la mangerai a merenda'.
'signora, non si preoccupi.. di piedi piatti c'è pieno il mondo e poi è di famiglia...non patologico' fà il primo.. (..tante grazie)
Qui lui sogghigna e mi prende nettamente per il culo perché chiedo sconvolta nuovamente istruzioni. Mi vede eccessivamente preoccupata o forse più semplicemente disorientata sul da farsi...oppure sono mie impressioni, comunque alle mie richieste, ride.
'ahah...se vuole la chiamo per ricordarle il tutto..ahah'
E non c'è niente da ridere.
Qui Daria (cartone animato) insegna: L'espressione scompare dal mio volto.
Avrei voluto rispondergli: ...ma cosa ne sà lei...lei che non immagina lontanamente cosa c'è dentro di me.. e la quantità di cose che riesco a tenere a mente.. Lei non sà che mi sono appena improvvisata Clown per 50' per mio figlio nell'attesa del suo arrivo in un ospedale pediatrico che non fornisce neanche una saletta d'attesa per bambini. Lei non si sta preoccupando minimamente di me. Lei che è dall'altra parte della scrivania e mi guarda dagli occhialini appoggiati sul naso. con aria da sufficienza.
'..No, grazie, non si disturbi'  sono uscite così. Parole vuote. Povere e sottovoce. Colta impreparata.

Esco di lì e sono convinta che secondo lui avevo un etichetta "IDIOTA" in fronte grande così.
Profilo basso e me ne esco senza essere riuscita a vestire nè me e nè il Giò.
Non lo nascondo, anche un po' di magone fermo alla trachea.
Sono stata una stupida a chiedere per ben due volte le istruzioni da seguire? forse sì..dovevo essere più ricettiva e invece ero distratta. Una madre distratta.


Ma cos'è una mamma?..non un etichetta con su scritto "FACTOTUM". Una mamma è una persona, una donna alle volte (volte come queste) più debole. Forse, come lo sono diventata io. Ma sicuramente non mi conviene prendere nessuna etichetta e improvvisarmi con le parole giuste di un "MEDICO" perché avrei previsto i problemi.. e non sono neanche una "CENTRALINISTA" che sà quando e chi chiamare... o una "SEGRETARIA" con una memoria di ferro. Io non sono un barattolo con su scritto "RISOLVO I PROBLEMI"o "NON MI PREOCCUPO: LAVORO PER MEDICI SENZA FRONTIERE E SONO PREPARATA A TUTTO". Sono una persona. E le persone che sia grandi o piccine vanno trattate con rispetto.
Io non sono un'etichetta.


Nessun commento:

Posta un commento