lunedì 15 ottobre 2012

Quando arriva il terremoto...

Mentre scrivo mi sembra di sentire la scossa di un terremoto. o no? mah...

Sarà la mia immaginazione, spero. Però la suggestione che mi accompagna dall'ultima volta che ha tremato la terra. Non me la levo di dosso. Venti maggio. Finale Emilia magnitudo 5.9.
Dopo che ha ballato la casa quella volta, il mio respiro è l'epicentro di un sisma.


Per un po' al telefono rispondevo: 
"schh!...senti?! eccola... LA SCOSSA!" e poi mi prendevano per il culo perchè in effetti non c'era. "Ma vaaaa, è solo un'impressione. Non ci pensare"
Risultato: ho smesso di dare retta a queste mie sensazioni. Addirittura sono arrivata a non credere a quello che penso per un po'. Ma poi mi sono ripresa. Giuro.

Se torno indietro con la mente...
Quella sera sono andata a letto pacifica mentre lui finiva un programma dei suoi. 
Intorno alle 3.20 del mattino un sogno divertentissimo m'aveva svegliata e perciò mi ero alzata e l'ho visto che lavorava nel buio giallo della cucina con la luce del pc sparata in faccia. Modi occhio di bue.
"Hey" fa lui "perchè ridi?"
"niente ho fatto un sogno dove il direttore di coro mi pagava 350 euro per andare a disinnescare una bomba in Iraq"...e la parte divertente non era disinnescare la bomba! "ma secondo te quanto prendono quelli che disinnescano le bombe?..mica così poco..spero per loro" intanto rido come una scimmia e contagio anche lui che tappa la scatola luminosa e poi sbadiglia.

Ok andiamo a dormire, dai. Denti e a letto su. Ore 3.50. Continuiamo a ridere. Che poi di notte è tutto amplificato quindi rischiavamo di svegliare il pupo e allora sì che so' cazzi. Il terremoto? ...Z!
"Vedi di fare sogni sensati"
"Va bene Roger" e alzo il pollice. OK. come se dipendessero da me.
Siamo sotto le lenzuola che ridono quando nell'aria scura sento girare il letto. 
Allungo il braccio e faccio per accendere la abat-jour e poi intorno non riconosco più dove dormo. Eccolo. È arrivato a prenderci. Lo sento.  

Fuori da me tutto gira. Tutto trema.
Fuori da me i mobili sono vivi e dentro ci sono le vespe.
Fuori da me tutto è incontrollabile. Voglio uscire da questa scatola che mastica. Mi sento in prigione come un topo spacciato.
E intanto dentro di me tutto si ferma. gela. E si ferma per un attimo il battito e credo di morireo non respiro più.

Voglio gridare ma non ci riesco.
E' un incubo. mi ripeto finirà.
Ho un attacco di panico (o questo ho creduto di avere)
Lui mi teneva la mano e mi parlava per tranquillizzarmi: "è solo una scossa, calmati. Ohi!...Oooh" preoccupato rideva pure. Come quando una cosa ti fa tanta paura che ti viene la risatina isterica. Ecco.

Andiamo su twitter per aggiornarci e un disastro di persone scrivono a scheggia che hanno sentito la scossa.

Aiuto.
Poi la tutto tace in un bugiardo silenzio. Ci devi credere? ...io non ce la faccio ancora per un po'. E voi? E Comunque penso agli sfollati.

Sento il battito delle loro ciglia troppo veloce per la paura. 
La faccia sporca di calcinacci che volano nell'aria.
E le mani tremano. Il sangue non sa più dove andare. 
Poi non sai più chi e dove sei e non sei più capace di appoggiare il piede al suolo perché ti trovi su una montagna di pietre che continuano a crollare.
Li penso spesso.






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