venerdì 24 settembre 2010

Cartolina dal Kenya

Emozioni di rara bellezza 
vanno perdendosi in quadri dai colori 
ora bruciati ora cristallini 
ora aridi, ora fertili
di un'Africa senza fine.
Mentre miniere d'oro vengono custodite da uomini piccoli e piccoli bambini.


Con affetto,
Francesca


Pochi anni fa feci un viaggio assieme a mio marito e andammo in Kenya.
L'idea era di divertirsi spensierati. Non fu così. Il divertimento era descritto nel villaggio e la schiacciante realtà mi ha scioccata.
Fuori di lì, mancava l'acqua.

I soldi: con poco denaro compri ciò che vuoi. Materialmente parlando.
L'uomo: colui che abita questi posti. Povero, poverissimo. In tutto il suo essere.
Il mare: affascinante da vedere. da vivere è diventato un mercato per colpa dei beach-boys (ragazzi spiaggia che tentano di venderti ogni cosa, perfino i pesci!).
La natura: in agguato. Sempre più sottomessa all'uomo ma ricca. Miracolosamente ancora ricca ed eccitante.
Amici conosciuti lì sul posto: grazie! per essere stati vicini. Per aver sorriso insieme, dimenticando che era l'acqua a mancare. grazie davvero.

giovedì 23 settembre 2010

La giornata di oggi:

Ciao S.!
Ho ricevuto la tua chiamata ma stavo guidando e non potevo rispondere. La guida è una cosa importante.
Segnati questa: ho un blog. Sì, ilsaporedelsole.blogspot.com
Uno di quelli che ci puoi guardare tutti i pensieri e mettere i commenti. In realtà è un diario. E ancora più nella realtà, in un mio sogno, doveva essere un libro. Forse te l'avevo raccontato. non mi ricordo. Cmq...il libro è troppo impegnativo così mi hanno suggerito di tenere un diario. Non scriverò tutte le giornate ma molti miei pensieri e magari anche qualche lettera che ti mando la pubblico perchè, magari, mi piace tanto. Oh, S., io ti aspetto.

mercoledì 22 settembre 2010

La perfezione

Questo è quello che penso:
Bisogna stare lontani dalla perfezione. Una volta arrivati non ci sarà più niente da fare.

La migliore vicina di casa

Una Signora di nome E. si complimentava e gentilmente chiedeva di potermi presentare ad un suo amico famoso così da potermi "lanciare".
Oltre a questo la mia voce la faceva sentire in "famiglia". Intendendo famiglia di artisti dati i parenti navigati nel mondo del teatro. Così le risposi:

Cara E.,
mi sento un po' in famiglia anch'io scrivendo a te che porti il nome di una mia amata vicina di casa d'infanzia di nome E.
E. era sempre al mio fianco nei momenti bui, anzi proprio grazie a lei ho iniziato gli studi del canto lirico e del teatro.

E. era costantemente positiva e piena di entusiasmo (strano per una psicologa settantenne con la protesi alla gamba destra dopo una poliomelite fulminante in tenera età) io riparavo in casa sua quando la vita mi guardava storto e a sedici anni la vita non ci vede proprio... ad ogni modo Lei adorava Jacques Prevert e la Callas con tutti gli annessi e connessi.

I suoi muri traboccavano di cultura. i suoi trentatrè giri narravano poesie di grandi poeti. poesie mai più ascoltate che io mi divertivo con una tovaglia a fiori ad interpretare sul divanetto di casa sua.
E le sue mani raccontavano di storie. Storie lontane portate in scena da talenti innati che nessun uomo famoso poteva scoprire. Ma per me, Lei si.

Dunque ero una piccola sognatrice di pochi scrupoli che assorbiva arte in cambio di un po' di compagnia con questa profonda persona. E.
Ora al mio fianco ho poche persone che, insieme a me, cercano di far conoscere il mio modo di cantare: mio marito per primo e il mio maestro pianista preparatore.
Alle volte ci riescono a farmi cantare da qualche parte ma sono sempre puntate isolate che non si ripetono una seconda volta...

Così studio sempre cose nuove per concerti rari e quando ho la fortuna di partecipare ad un opera porto a casa tanti complimenti e nessuna certezza di lavoro per il futuro. Ma ho imparato ad amare quello che faccio senza contare troppo sulle mie aspettative. ormai diventate "impossibili" per quanto normali.

Sento quindi di ringraziarti per quello che leggo nella tua lettera.

Un caro saluto E.,
Francesca

La cosa importante

Come mestiere, oltre che la mamma, canto.  Canto ai matrimoni, solista nei concerti, corista nel coro. Mi piace. Soprattutto mi piace l'elettricità che si sente quando stai per cantare. Quando canto mi sento viva. Mi sento innamorata e mi viene più voglia di vivere.

Amo le mie spose agitate. Ogni volta che si organizza una cerimonia cantata mi sembra di rivivere il giorno del mio matrimonio. Che splendida giornata è stata! E dire che me lo avevano anche augurato: Cento di questi giorni! Evviva gli sposiiiiiiii! 
Oh. C'hanno preso.

martedì 21 settembre 2010

Chi sono

Ciao!
Due righe per conoscermi in fretta:
ho trentadue anni suonati. Sono felice. Sono sposata con un bimbo di due anni e mezzo. praticamente una mina vagante.

Canto volentieri l'opera lirica (hai presente una di quelle ugole che si sentono alla radio.. tipo: "O sooooole miooooo!" ecco, non sono esattamente Caruso ma ci metto tutto l'impegno che ho quando sono davanti al pubblico)
Tra alti e bassi cerco di annotare le mie giornate più o IN o OUT soprattutto per non dimenticare. soprattutto per sorridere di più...e scrivo pagine da rileggere in futuro. Proprio quando pensi e ti chiedi: ma che facevo quel giorno lì?..